Intervista con Dario Nardella, Sindaco di Firenze

16 October 2019
Intervista con Dario Nardella, Sindaco di Firenze

Sindaco Nardella, perché Firenze è una città progressista?

Ripeto spesso che Firenze è la più piccola città globale del mondo. Sbaglia chi la riduce alla culla del Rinascimento. La città oggi è fucina di cultura e buone pratiche in ambiente, innovazione, mobilità, attenzione ai più deboli, e ha un cuore in fermento che la proietta a pieno titolo nella contemporaneità.

Abbiamo messo la cultura al centro della nostra agenda politica, vista come chiave per la formazione, lo sviluppo, il progresso dei paesi. La cultura è il cuore del nostro mandato amministrativo ed è parte essenziale del dna della città. E’ qui che 2017 abbiamo voluto il primo G7 dedicato alla cultura, è qui che abbiamo organizzato, l’anno successivo, un inedito summit per celebrare e riunire insieme per la prima volta le città europee che sono state dichiarate capitali della cultura dal 1985, anno di lancio dell’iniziativa.

G7 Italy 2017

Oltre la cultura, la città che voglio disegnare per i prossimi anni punta molto sull’ambiente e sulla sostenibilità, dalle nuove infrastrutture come le line tramviarie alle tecnologie smart che facilitano la vita del cittadino tutti i giorni. E’ qui, infine ma non per importanza, che è nata l’assistenza solidale, l’Ospedale degli Innocenti che da 600 anni si occupa dei reietti della società, la Misericordia, la Protezione civile moderna dopo la tragica alluvione del 1966. Firenze, città di incredibile bellezza, arte, storia e cultura, è stata ed è grande anche e soprattutto quando si è abbassata verso i più deboli. Una città progressista, come è e sarà Firenze, non può scindere questa doppia anima che da sempre possiede e che, in una sola parola, può essere definita umanesimo.

 

Quali politiche ha messo in atto come Sindaco per la realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile? Può darci degli esempi concreti di politiche per la lotta alla crisi climatica e alle crescenti diseguaglianze economiche e sociali, la creazione di città sostenibili e la democrazia partecipata?

L’anima green di Firenze e le sue potenzialità sono enormi. La città ha delle zone non edificate estese e noi abbiamo due grandi progetti a ’cemento zero’: un grande investimento sui parchi, sia per quanto riguarda la riqualificazione di quelli esistenti che la creazione di nuovi, e una diffusione capillare di ’orti urbani’, ovvero un insieme di porzioni di terreno incolto da affidare a tutte le famiglie che ne faranno richiesta.

Ma una città green vuol dire anche una rete di trasporti sostenibile. Firenze vi ha investito molto. Basti pensare alle due nuove linee tramviarie, entrate in funzione nei mesi scorsi, che collegano la periferia ovest con l’aeroporto e il principale ospedale della città.

 

 

Oltre ai benefici in termini di viabilità, significa 13 mila auto al giorno in meno e un abbattimento annuo di 6300 tonnellate di CO2. Accanto alla tramvia sono attivi da alcuni anni i fortunati servizi di carsharing, con 650 vetture di cui 250 elettriche, e di bikesharing, con 4000 bici a noleggio e 100mila utenti. La promozione dell’elettrico ha poi previsto quasi 400 punti ordinari di ricarica in città, uno ogni mille abitanti. Sono 90 i chilometri di piste ciclabili, con l’obiettivo di arriva a 110 chilometri nel 2020, e l’area pedonale raggiunge i 400 mila metri quadrati. Dal gennaio scorso l’accesso in ztl è stato bloccato per i veicoli a benzina fino a euro 1 e ai diesel fino a euro 2. Stiamo inoltre predisponendo uno ’scudo verde’ che preservi l’intera città dai veicoli inquinanti, con l’obiettivo del dimezzamento del traffico urbano: grazie alla nuova rete di trasporto pubblico vogliamo ridurre da 200 mila a 100 mila i veicoli in circolazione. Dal traffico alle case: intendo eliminare da qui al 2024 tutte le caldaie delle famiglie fiorentine con più di 15 anni di età, che sono la causa più importante delle emission inquinanti, a cominciare dalla CO2. Stimiamo che solo quelle con più di 20 anni siano 40 mila. Ci vorranno almeno 8 milioni di euro per dare un contributo di 200 euro a ciascuna famiglia. Ricordiamoci che il riscaldamento domestico emette 6 volte la CO2 emessa dal traffico cittadino.

 

L’Unione europea ha aiutato Firenze ad essere una città sostenibile? Come? Cosa si potrebbe fare di più e meglio a livello europeo per aiutare città come la sua a mettere in atto un’agenda di sviluppo sostenibile?

Sì, indubbiamente. Il finanziamento più cospicuo è quello relativo alla tramvia, l’ultima tranche è di 200 milioni, solo per fare un esempio. Ma l’Europa può fare molto per Firenze, e per le città in generale, anche dal punto di vista culturale. Sono vicepresidente di Eurocities, la più grande alleanza di città a livello europeo, e non mi stanco di sottolineare, nei consessi internazionali e in quelli locali, il ruolo cruciale che esse rivestono e devono rivestire sempre di più.

Una nuova alleanza che parta dal basso, dai sindaci, dalle città, non potrebbe che portare nuova linfa e nuove spinte a quel sogno europeo che i padri costituenti cominciarono a costruire dopo la seconda guerra mondiale.

Il sindaco è l’autorità più vicina ai cittadini ed è a lui che fisiologicamente i cittadini si rivolgono per problemi di ogni genere. Ma anche i grandi temi, come I cambiamenti climatici o l’immigrazione, è con le città che si scontrano ogni giorno. In un momento di grandi mutamenti anche in seno all’Unione europea e dove la tenuta stessa dell’Unione viene da più parti messa in discussione, una nuova alleanza che parta dal basso, dai sindaci, dalle città, non potrebbe che portare nuova linfa e nuove spinte a quel sogno europeo che i padri costituenti cominciarono a costruire dopo la seconda guerra mondiale. Per questo avanziamo una richiesta alla Commissione europea: l’Unione destini alle città un maggior numero di progetti con accesso diretto ai finanziamenti. Sono le città ad aver dimostrato in questi anni di essere in grado di progettare, realizzare e rendicontare al pari se non meglio degli Stati e delle Regioni. Perché dunque non dar loro maggior fiducia e responsabilità, perché non andare a ridurre quel gap che ancora è grande tra coloro che decidono e le persone? Le sfide future che ci attendono sono strategiche e le città sono pronte a coglierle.

 

Dario Nardella è Sindaco di Firenze dal 2014 e primo Sindaco di Firenze Città Metropolitana dal 2015. E' membro del Partito Democratico.

**

Top